Gli italiani e il coraggio di viverla tutta: Il 50% dei pazienti e dei caregiver sente il bisogno di raccontare la malattia. Raccontare aiuta a dare un senso all’esperienza di malattia che si vive in maniera diretta o indiretta. Ad avvalorare questa tesi è l’indagine di GfK Eurisko, “Gli italiani e il coraggio di viverla tutta”, promossa da Pfizer nell’ambito della campagna “Viverla Tutta”.
La ricerca è stata condotta su 2.134 persone, di cui il 26% rappresentato da malati e il 32% da caregiver.
Ecco alcuni dati: la malattia è un’esperienza per 6 italiani su 10, che la vivono o l’hanno vissuta in prima persona in qualità di paziente o di caregiver. E la metà di loro ha sentito il bisogno di essere aiutato, capito e confortato ma solo il 20% ha visto soddisfatta tale esigenza o ritiene che oggi sia possibile soddisfarla. Per questo un ruolo fondamentale, in questo percorso, è attribuito alla narrazione. Per gli intervistati, infatti, raccontare l’esperienza della malattia, condividerla, anche attraverso una modalità online, è una priorità, sarebbe un grande aiuto sotto molti aspetti: per trovare consigli e informazioni (44%), per sentirsi meno soli (43%), per superare i momenti di angoscia (41%), per sfogare la rabbia (35%). La narrazione si rivela inoltre uno strumento importante anche per ridare significato alla vita: il racconto è ritenuto di grande aiuto per accettare la malattia e affrontarla (37%) e per trovarvi un senso positivo (34%). Complessivamente, l’86% degli intervistati ritiene importante l’opportunità di raccontarsi.
Quando interrogati rispetto a come si sentono oggi di fronte alla propria malattia, più della metà dei malati (63%) riferisce di esser sereno, aver accettato la situazione ed essere determinato ad affrontarla. Solo un residuo 8% dichiara di sentirsi impotente, mentre questa percentuale sale ben al 24% tra i caregiver.
La campagna Viverla Tutta ha anche promosso un punto di incontro nel web, dedicato alla condivisione e alla valorizzazione delle storie di malattia: www.viverlatutta.it.
Rita Seneca